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14 nov 2017 | Tempo di lettura estimato: 14 minuti |
Puigdemont Belgio

Puigdemont a Bruxelles: ragioni e reazioni belghe

Puigdemont a Bruxelles: 
ragioni e reazioni belghe

Bruxelles viene involontariamente coinvolto nel conflitto catalano

Il 30 ottobre Carles Puigdemont arriva a Bruxelles con alcuni dei suoi collaboratori. Questo viaggio repentino fa parte di una strategia che va al di là di una semplice fuga dalla giustizia spagnola. Perché il Belgio? Che reazioni ha fatto nascere la sua presenza in Belgio? E' fattibile la sua estradizione in Spagna? La nostra agenzia di appartamenti mensili a Barcellona vuole mantenere informate le persone che stanno pianificando un trasferimento di qualche mese in città.

Contesto politico

Iniziamo intanto dal contesto politico che ha portato Carles Puigdemont a fare i bagagli. Tutto inizia il 1 ottobre, quando la Catalogna indice un referendum di autodeterminazione illegale per le autorità spagnole. Nonostante le accuse della polizia, si stima che più di 2 milioni di cittadini abbiano votato in modo decisivo a favore dell'indipendenza. Il Parlamento catalano dichiara unilateralmente la sua indipendenza il 27 ottobre 2017.

Durante la stessa giornata, il Senato spagnolo sospende il governo autonomo catalano con l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione Spagnola. Questo implica le dimissioni del presidente catalano e del suo governo, con lo scioglimento del parlamento. Madrid non vuole prolungare questa sospensione e convoca le elezioni nel Parlamento di Catalogna per il 21 dicembre 2017, che diventeranno una prova del nove per il referendum.

La seguente immagine illustra la cautela che hanno avuto i governi catalano e spagnolo nel fare il primo passo verso il conflitto. Il Governo catalano non ha dichiarato l'indipendenza in attesa di qualche tipo di negoziazione, e durante diverse settimane nemmeno il governo spagnolo non ha messo in pratica l'articolo 155 nella speranza che Puigdemont facesse un passo indietro.

Articolo 155: rompere in caso d'incendio
Rajoy: "Prima lei”. Puigdemont: "No, prima lei". Centrali: "Rompere in caso d'incendio" - "Articolo 155" - "Elezioni"

Perché il Belgio? I motivi dell'esilio

E' in questo contesto turbolento che Carles Puigdemont ha deciso di abbandonare la Spagna per cercare rifugio in Belgio. Sicuramente non è stato il clima belga ad attrarre il presidente. Addio sole, buongiorno cielo grigio e pioggia...

Perché ha optato proprio per il Belgio? Questa scelta è parte di una strategia che molti considerano particolarmente intelligente.

Evitare la prigione

Il presidente aveva, ovviamente, le sue ragioni. Infatti, quest'ultimo era a rischio arresto in qualsiasi momento, visto che il tribunale spagnolo aveva già dato il via al processo per “ribellione” contro di lui, dovuto alla sua dichiarazione d'indipendenza considerata illegale e anticostituzionale per Madrid. Carles Puigdemont aveva ricevuto numerose minacce dal governo spagnolo prima del suo annuncio.

Carles Puigdemont sta affrontando un processo per "ribellione, sedizione, appropriazione indebita dei fondi pubblici e disobbedienza alle autorità", così anche per quattro suoi colleghi. Il processo può implicare fino a trent'anni di prigione. Nel codice penale spagnolo, “ribellione” implica atti di violenza. Fino a questo momento le manifestazioni sono state pacifiche ma i giudici spagnoli considerano anche la violenza non fisica.

L'ex presidente catalano arriva il 30 ottobre a Bruxelles, sapendo che il giorno prima il Segretario di Stato belga per l'Asilo e la Migrazione aveva dichiarato pubblicamente che avrebbe potuto chiedere asilo politico in Belgio. Secondo l'avvocato di Puigdemont questo invito non è stato determinante nella decisione di trasferirsi a Bruxelles.

Carles Puigdemont a Bruxelles
Caricatura di Puigdemont e il Manneken Pis

Richiedere asilo politico e fare la campagna elettorale

Il giudice Carmen Lamela emise un'ordinanza di detenzione europea per Puigdemont e lui si presentò di fronte ai tribunali belgi. Attualmente si trova in libertà condizionata, per non permettergli di abbandonare il suolo belga. Esiliandosi in questa maniera, l'ex presidente catalano può continuare la sua “guerra” contro Madrid, evitandosi così le sbarre. Se Puigdemont richiederà asilo politico in Belgio è poco probabile che il Paese accetti la richiesta, ma nessuno scarta l'ipotesi che in futuro possa chiederlo ad un altro Paese.

Madrid nel mentre ha convocato le elezioni regionali anticipate il 21 di dicembre e Puigdemont potrà fare la sua campagna fuori dalla prigione. Nel seguente video di quasi due minuti Carles Puigdemont è intervistato da tutti i giornalisti belgi. L'intervista è in francese ma sottotitolata in italiano.

Attesa di un giudizio da Strasburgo

Puigdemont ha intenzione di appellarsi al Tribunale Europeo dei Diritti Umani (TEDH). L'ex presidente spodestato vuole screditare la giustizia spagnola troppo "policizzata" davanti agli occhi di più di un catalano.

Questa risposta chiarirebbe se sono stati rispettati i diritti di Carles Puigdemont e il suo diritto ad un giusto processo. Una vittoria ipotetica di Puigdemont rafforzerebbe il blocco dei partiti secessionisti.

Puigdemont vuole appellarsi al Tribunale Europeo dei Diritti Umani (TEDH)
Tribunale Europeo dei Diritti Umani

Bruxelles, capitale d'Europa

Al di là di queste strategie giudiziarie, la scelta di Bruxelles pretende di rafforzare il senso di appartenenza europeo dell'indipendentismo catalano.

I maggiori Paesi d'Europa come lo sono Francia, Germania, Italia e Regno Unito hanno regioni con una personalità propria che potrebbero sviluppare un sentimento indipendentista per effetto contrario con la Catalogna. Infatti, i partiti europei che più hanno appoggiato la politica di Puigdemont sono i partiti eurofobici o di estrema destra.

Puigdemont vuole dimostrare che la Catalogna non è un pericolo per l'Europa e che non ha intenzione di distruggere l'Unione dei paesi, ma bensì integrarla come una Repubblica Indipendente con i suoi valori democratici e non violenti.

Qualunque cosa sia, Carles Puigdemont sembra aver raggiunto l'europeizzazione del conflitto ora che tutti i media europei seguono il caso.

Puigdemont scappa
Tintín fu creato dall'autore belga Georges Remi (Hergé)

Belgio, un paese con tendenze separatiste

Come già detto, poco prima dell'arrivo di Puigdemont a Bruxelles, il segretario di Stato belga per l'Asilo e la Migrazione, Theo Francken, ha “invitato” i separatisti catalani a cercare rifugio in Belgio. Una dichiarazione polemica che illustra l'appoggio di una parte del governo al movimento indipendentista catalano.

Théo Francken
Theo Francken ha "invitato" i separatisti catalani a cercare rifugio in Belgio

Il Belgio è governato attualmente dalla coalizione di 4 partiti politici e uno di questi è il Nieuw-Vlaamse Alliantie (N-VA). Questo partito combatte per l'indipendenza delle Fiandre (una delle tre regioni del Belgio) e non dubitò un solo secondo nell'appoggiare la Catalogna, anche andando contro alla posizione pro-Madrid del resto del governo. Una bandiera catalana è stata messa nei corridoi del Parlamento Federale belga su iniziativa del partito N-VA.

Non è una sorpresa quindi che Puigdemont abbia scelto di rifugiarsi in un paese in parte governato da simpatizzanti della causa catalana. L'ex presidente ha avuto parole di gratitudine per i suoi “amici fiamminghi del N-VA” durante uno dei suoi discorsi.

Forti reazioni in tutto il Belgio

Anche se alcuni hanno accolto con soddisfazione l'arrivo dell'ex presidente catalano, non si sta di certo parlano della maggioranza dei politici belgi. Ma, come si spiega quindi questa paura del mondo politico belga all'arrivo di Puigdemont?

L'indipendenza: tabù in Belgio

La presenza nel governo belga del partito indipendentista delle Fiandre (N-VA) ha reso la tematica dell'indipendenza molto più pacata. Per questo partito il caso catalano è un'opportunità per enfatizzare il suo tema secessionista.

Il conflitto catalano rappresenta una vera benedizione per il N-VA e ancora di più l'arrivo di Puigdemont in Belgio. I membri del partito, inclusi quelli che sono presenti nel governo, hanno moltiplicato le loro apparizioni nei media per parlare di questo tema, dando un chiaro appoggio al movimento indipendentista con leader Puigdemont.

Lo scostamento di questo partito dalla posizione ufficiale del governo belga al quale partecipa ha infastidito tutti i membri della coalizione del governo e ha posto il tema dell'indipendenza di nuovo all'ordine del giorno. Ricordiamo che il Guinness di ingovernabilità potrebbe essere detenuto dai belgi. Questo paese infatti visse 541 giorni senza un governo funzionante tra il 2010 e il 2011.

Paura del conflitto con Madrid

Il Primo Ministro belga Charles Michel ha affermato fin da subito il suo appoggio a Madrid, ma molti temono che le relazioni tra stato belga e spagnolo si raffreddino per colpa del conflitto catalano con la possibilità di uno sviluppo futuro in Belgio. Nel seguente Tweet di Mariano Rajoy, il presidente ringrazia la posizione ufficiale belga:

Il vice primo ministro belga del N-VA ha mostrato in TV la sua incomprensione sul trattamento della Catalogna da parte della Spagna. Mariano Rajoy non ha tardato a controbattere alle dichiarazioni che l'hanno definito un irresponsabile e xenofobo affermando che non ha intenzione di ricevere lezioni di democrazia.

Puigdemont en Belgica
L'arrivo di Puigdemont in Belgio risveglia forti reazioni

Paura che il Belgio sia ridicolizzato nella scena europea

Oltre a entrare in conflitto con Madrid, lo stato belga teme anche di essere il brutto anatroccolo del famiglia europea. Tutti i Paesi Membri dell'Unione Europea hanno dichiarato un appoggio irremovibile verso Madrid. E' certo che i partiti pro-indipendentisti sono popolari in molti paesi europei e non c'è da stupirsi se questi Paesi hanno preso posizione a favore della Spagna.

Il presidente del Partito Socialista belga è preoccupato per la "credibilità del Paese nella scena internazionale" tra il ricevere Puigdemont e altri separatisti catalani nel loro territorio...

Europa chiude gli occhi
Non vedo il Male, non sento il Male e non dico il Male

Estradizione poco probabile

Cosa succederà con l'ex presidente catalano? Carles Puigdemont si è consegnato alla polizia belga da qualche giorno con alcuni dei suoi compatrioti. Tutti sono stati liberati sotto cauzione. Non possono abbandonare il territorio belga senza autorizzazione del giudice, devo assistere a tutte le udienze di persona e devono essere rintracciabili ad un indirizzo fisso.

La prossima riunione dei cinque catalani con la giustizia belga avrà luogo venerdì 17 novembre prima che la Camera del Consiglio di Bruxelles si pronunci a proposito della validità dell'ordine di detenzione emessa da Madrid secondo la legislazione belga. Solo allora quindi, sorgerà la fatidica domanda “E' possibile o no l'estradizione per Puigdemont?”

Ci sono poche possibilità che per la legge belga Carles Puigdemont sia estradato: (1) Il Belgio dovrà riconoscere che Puigdemont ha commesso due dei delitti stipulati nell'ordine di arresto europeo. Senza dubbio, la ribellione per cui si sta processando il presidente catalano probabilmente non sarà riconosciuta dal Belgio, che già ha sottolineato il lato pacifico delle azioni dell'indipendenza. (2) Nella legge belga sui mandati di arresto europei, ci sono solo 32 reati che possono portare all'emissione di un tale ordine e la "ribellione" non è inclusa nell'elenco. (3) Il giudice belga ha il diritto e l'obbligo di non estradare una persona se si presume che questo potrebbe compromettere i suoi diritti fondamentali, come il diritto di giusto processo.

Nel caso poco probabile che i tribunali belgi rispondano alle domande di Madrid, Puigdemont potrebbe fare appello a questa decisione per due volte. Questo aiuterebbe il separatista catalano a prendere tempo cosicché non finisca in carcere prima delle elezioni anticipate del 21 dicembre alle quali ha intenzione di partecipare.

Precedenti di Rajoy e Puigdemont

Scopri in questo articolo I precedenti lavorativi e politici dei due protagonisti del conflitto.

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